Pubblichiamo l'indirizzo di saluto degli Ecc.Capitani Reggenti in occasione della ripresa del Consiglio Grande e Generale.
Signore e Signori Consiglieri,
Signora e Signori Segretari di Stato,
ad inizio di questa seduta del Consiglio Grande e Generale, la prima del nostro
mandato reggenziale, desideriamo porgerVi il nostro cordiale saluto unitamente all’augurio di
un buon lavoro.
Un augurio particolarmente sentito in questo momento che ci vede
straordinariamente riuniti in un sede diversa, proprio al fine di garantire l’operatività di questo
organismo. Un’operatività tanto più importante nella situazione di emergenza che stiamo
vivendo, quando è inevitabile agire con misure eccezionali e con la massima tempestività ma
quando è altresì importante adoperarsi, nel pieno rispetto delle regole a tutela della salute
nostra e della intera collettività, per assicurare il regolare funzionamento delle Istituzioni poste
a presidio della nostra democrazia. Tra le quali, il Consiglio Grande e Generale cui compete,
oltre al potere legislativo e alla determinazione dell’indirizzo politico, l’esercizio delle funzioni di
controllo.
Certi di interpretare il vostro sentire, riteniamo doveroso oggi ricordare tutti coloro
che, purtroppo, ci hanno lasciato, esprimere la commossa partecipazione di tutti i membri del
Consiglio al profondo dolore delle loro famiglie, la vicinanza a tutti quanti stanno ancora
soffrendo, la solidarietà alle persone in grande difficoltà a causa di un’emergenza che, tra l’altro,
ha ulteriormente aggravato condizioni di disagio preesistenti. Doveroso stringerci, ancora una
volta, ai concittadini cui sono stati richieste rinunce, sacrifici e limitazioni alla loro libertà per
contenere il contagio e riuscire quanto prima a superare questa lunga fase di emergenza
sanitaria.
Ben viva è in noi la consapevolezza dell’impegno profuso per fronteggiarla, potendo
confidare sull’encomiabile disponibilità e l’abnegazione dei tanti professionisti che operano in
prima linea, sulla generosità dei volontari che, anche in questa occasione, hanno saputo
testimoniare quanto sia grande la generosità e il cuore dei Sammarinesi. Doveroso ricordare
l’impegno di ogni nostro cittadino per concorrere a conseguire quell’obiettivo di sanità pubblica
che sicuramente, più di tante altre prove che la nostra comunità ha affrontato in passato, ha reso
evidente quanto il destino di tutti sia così profondamente legato e condizionato dai
comportamenti e dal senso di responsabilità di ciascuno.
Quali membri di questa assise, chiamati a rappresentare e a dare risposta alle esigenze
e ai bisogni della nostra popolazione, a noi spetta il difficile compito di affrontare
responsabilmente l’ardua sfida che la storia ci ha posto di fronte.
Siamo certi che l’alto senso dello Stato e lo spirito di servizio nei confronti della nostra
comunità uniti a questa profonda consapevolezza sapranno tradursi nell’impegno di tutti a
portare il proprio contributo per la ripartenza del Paese. Un confronto leale, costruttivo e
propositivo, tra tutte le parti – politiche, economiche e sociali – è oggi indispensabile per
riuscire a trovare le soluzioni migliori, per costruire e modificare, strada facendo, un percorso
tutto da costruire, perché assolutamente nuove e inedite sono le criticità cui dobbiamo dare, in
tempi brevi, risposta.
Sappiamo che, fino a quando la ricerca medico scientifica non riuscirà a porre a
disposizione terapie certe e ancor più un vaccino, efficace e sicuro, sarà indispensabile
proseguire con regole di distanziamento sociale quali sole misure, al momento, disponibili per
arginare il contagio. Oggi, pertanto, consapevoli dei sacrifici, delle pesanti limitazioni alla nostra
vita sociale, produttiva e lavorativa, rinnoviamo l’appello a rispettare queste regole, ad agire,
sempre e in ogni momento, con un senso di forte responsabilità nei confronti di se stessi e degli
altri.
In questo particolare contesto, il nostro pensiero è rivolto anche alle famiglie, ai
genitori che in questo periodo sono accanto ai loro figli, con impegno anche fisico e grande
sensibilità, per cercare di compensare l’assenza di contesti di socialità e di quella libertà di
movimento e di gioco tanto importanti per la crescita di bambini e adolescenti.
Compito prioritario è oggi gestire, di concerto con le autorità sanitarie, la delicata e
complessa fase di convivenza con un virus che non ci deve più far trovare impreparati, perché in
questi lunghi e difficili mesi ha ampiamente mostrato la sua virulenza, oltre alle inevitabili,
pesanti ripercussioni a livello globale e, seppure in modo diverso, sui singoli stati.
All’impegno quotidiano che – ci preme ribadire, ancora una volta, dovrà essere
massimo –per continuare a tener alta la guardia affinché gli sforzi fin qui fatti non vengano
vanificati, all’impegno per sostenere, nell’immediato, imprese, industriali e artigiane,, attività
commerciali e turistiche e tutti coloro che sono stati pesantemente colpiti dalla crisi, occorre
sempre più affiancare scelte e strategie per riorganizzare e stimolare una rapida e solida ripresa
del nostro Paese e il rilancio della sua attività produttiva.
La crisi ha contribuito a evidenziare inefficienze e criticità di gestione – burocratiche e
organizzative –che dobbiamo impegnarci a risolvere ma ha anche mostrato capacità di resilienza
ed efficienza di tante nostre realtà oltre alla presenza, nel nostro territorio, di risorse umane,
professionali e anche tecnologiche su cui la nostra comunità sa di poter oggi confidare.
Quello che stiamo vivendo, di certo, rappresenta un passaggio epocale di cui ancora
abbiamo difficoltà a valutare appieno le conseguenze anche in termini sociali e culturali. Certo è
che a breve non potremo più parlare di emergenza ma di una nuova normalità da affrontare.
L’emergenza infatti terminerà e si dovrà pensare, non a ripristinare ciò che era prima – peraltro
cosa impossibile - ma a progettare un nuovo modello di società.
L’emergenza ci ha mostrato, tra le tante cose, anche i limiti del modello di sviluppo
che ha contraddistinto la storia contemporanea: è inevitabile che oggi occorra ricercarne un
altro, più sostenibile.
Occorrerà individuare regole che assicurino una tutela della salute a livello globale,
per evitare che, in futuro, l’arrivo di una nuova epidemia – evenienza più che verosimile - trovi il
sistema impreparato con conseguenza di costi economici e sociali analoghi a quelli che oggi
stiamo vivendo. A livello sanitario si dovrà pensare ad una nuova organizzazione, a nuove
soluzioni che sappiano affrontare in maniera adeguata e tempestiva le situazioni ordinarie,
quelle straordinarie e quelle d’urgenza, individuando bene i rispettivi ambiti e le rispettive
modalità di intervento e di gestione. Questo per dare il riscontro più efficiente e più efficace ad
ogni livello di istanza e situazione.
La politica è in primis impegnata ad adoperarsi in tal senso.
A questo impegno se ne dovrà affiancare un altro, quello di creare e favorire le
condizioni per una nuova cultura della convivenza e della socialità, un nuovo modo di vivere e di
relazionarsi agli altri, più attento e partecipe anche alle esigenze della comunità Stato, da
considerare non solo come entità da cui si deve ricevere, ma anche come entità a cui dare.
Infine, ma non da ultimo l’impegno a impostare un nuovo modello di economia, che
possa davvero essere motivo di rilancio del Paese: un modello che preveda anche regole diverse
da quelle sino ad ora seguite, che abbia alla base anche una nuova etica e che sia più attento e
sensibile alle nuove esigenze.
E’ un dovere, questo, che abbiamo verso noi tutti ma soprattutto verso le nuove
generazioni.
Lo sforzo di adattamento, personale e collettivo, che tutti abbiamo vissuto in queste
settimane per affrontare situazioni assolutamente nuove ed imprevedibili, non può e non deve
rimanere confinato alla fase emergenziale ma diventare tesoro per gestire la nuova normalità
che ci sarà dopo.
Naturalmente coloro che sono chiamati, per ruolo e competenza, a gestire la delicata
fase di transizione non avranno un compito semplice. A loro competerà adoperarsi in primis per
reperire al più presto le necessarie risorse, anche finanziarie, per stringere accordi di
collaborazione con altri Stati e altre realtà, e avranno bisogno del confronto costruttivo con tutte
le espressioni della società, a incominciare dalle Istituzioni e dalla politica.
Al termine di questo nostro saluto, dunque, rinnoviamo l’auspicio che il confronto e il
dialogo all’interno di quest’Aula possano svolgersi con reale volontà di portare ognuno il proprio
contributo.
Ringraziamo i nostri predecessori, Luca Boschi e Mariella Mularoni, che ci hanno
aiutato nell’assumere questo importantissimo e delicato mandato.
Confidiamo altresì nel prezioso contributo e nel sostegno dell’Ufficio di Segreteria e
dell’Ufficio Segreteria Istituzionale, per il miglior svolgimento dei lavori consiliari.
A voi tutti, il più sentito augurio di un buon lavoro.