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Cronaca 16:38 | 14/05/2020 - Repubblica San Marino

Csu contro la proposta di modifica degli orari di lavoro nella Pa

La CSU e le Federazioni Pubblico Impiego della CSU, dichiarano la loro ferma contrarietà alla proposta unilaterale del Governo di modifica dei turni e orari di lavoro di quasi tutte le Unità Organizzative della Pubblica Amministrazione e degli Enti quali ad esempio Poste SpA.

"Va ribadito che la sicurezza dei lavoratori e degli utenti - in particolare in questo momento di emergenza sanitaria - è per la CSU di suprema importanza e di assoluta priorità: va sottolineato che per quegli uffici dove - a causa di problemi logistici e per motivazioni igienico-sanitarie - non è possibile garantire le norme vigenti o rispettare le distanze di sicurezza, si può valutare la situazione approfondendo ogni singola casistica e valutando tutte le possibili alternative.

Cosa ben diversa, che crea un pericoloso precedente inaccettabile e di stampo dirigistico, è invece la proposta inviataci dal Governo nella quale si prevedono indistintamente cambiamenti unilaterali di turni e orari. Questo ulteriore atto si colloca dopo i discutibili interventi attuati a carico del Personale Docente e dimostra la palese volontà di attuare un altro intervento unilaterale e punitivo verso la Pubblica Amministrazione.

Abbiamo sottolineato come sia indispensabile la ripresa delle attività del settore pubblico allargato, in piena sicurezza e con la necessaria attenzione verso lavoratori ed utenti. L'alibi perfetto, derivante dai provvedimenti straordinari legati all'emergenza sanitaria, non può mettere in discussione i diritti dei lavoratori e, soprattutto, non è ammissibile intervenire con atti unilaterali: appare sempre più palese che si cerchi di utilizzare l'emergenza Covid-19 per imporre alla Pubblica Amministrazione atti e norme organizzative che in passato sono state fortemente criticate dalla CSU.

Non c'è molto da inventare: utilizzando l'ingresso differenziato e la flessibilità dell'orario in entrata e uscita di 30 minuti si potrebbero già risolvere gran parte dei problemi.

Risulta francamente incomprensibile la scelta di proporre fasce orarie dalle 7,30 del mattino alle 19,30 della sera, dal lunedì al sabato;  questa articolazione metterebbe fortemente in crisi l'operatività di molte Sezioni e Unità Operative, oltre a ledere dei diritti sanciti dai contratti vigenti che - è opportuno ricordarlo ancora una volta - sono modificabili solo con la trattativa e la concertazione.

Se poi si analizza in dettaglio la proposta unilaterale del Governo, si nota come si prevedano compresenze di alcune ore di tutti i dipendenti: questo aspetto fa cadere le motivazioni che sono state spacciate come all'origine del provvedimento, e cioè la sicurezza di lavoratori e utenti, e fa capire chiaramente quali sono le reali motivazioni sottostanti.

Chiediamo pertanto che prima dell'avvio a pieno regime si facciano relazioni e verifiche - se non sono già state fatte - da parte dei Responsabili Aziendali per la Sicurezza (RSPP) e dalle Autorità Sanitarie. Da questi documenti dovranno emergere tutte le eventuali criticità logistiche e delle singole articolazioni orarie e dovranno essere formulare le prescrizioni da attuare: questi documenti dovranno essere necessariamente portati a conoscenza delle OO.SS. per una ulteriore valutazione.

Il blocco quasi totale delle attività per questo lungo periodo ha creato e creerà ulteriormente ritardi e difficoltà; questa nuova organizzazione senza interventi specifici, ma generalizzati, non farà altro che mettere ancora più in crisi l'operatività degli Uffici Pubblici con inevitabili ricadute sull'utenza.

Per venire incontro alle esigenze dei lavoratori e delle loro famiglie, con l'obiettivo di valorizzare la cura e l'assistenza dei figli minori o con disabilità, occorrerebbe prevedere la possibilità di fruire di permessi parentali retribuiti, in attesa della riapertura delle strutture scolastiche.

La CSU e le Federazioni Pubblico Impiego di CSdL e CDLS respingono con forza la proposta così come è stata formulata dal Governo e restano in attesa di chiarimenti e di modifiche sostanziali".