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Cronaca 17:18 | 19/02/2021 - Repubblica San Marino

Bond e prestito ponte, la Segreteria di Stato per le Finanze mette in guardia sul rischio di fake news

La corsa a svilire gli importanti risultati raggiunti in ambito economico dal Governo, come ovvio, è già cominciata. I partiti di opposizione e alcuni organi di informazione che in questi giorni sono rintronati con l’uscita del prestito internazionale che nei mesi precedenti avevano messo in forte dubbio e le successive positive dichiarazioni del FMI sulle politiche messe in atto dell’esecutivo, si stanno prodigando nell’inventare una serie di illazioni che è facile smentire.

Su un quotidiano, che già nei giorni scorsi aveva divulgato una clamorosa fake news sul tema vaccini, si legge anche di una lista della spesa da 300 milioni di euro che parrebbe essere scritta per far credere ai lettori che la liquidità derivante dalla vendita dei titoli di Stato sia unicamente destinata ad operazioni di tipo finanziario e che non vi sia, da parte del Congresso di Stato la volontà di intraprendere le necessarie riforme strutturali. Nulla di più falso e fantasioso poteva essere escogitato in questo momento per rimarcare lo stato di incertezza del nostro sistema Paese. 

Premesso che è interesse del sistema economico sammarinese, oltre che essere una sfida suggerita dagli organismi internazionali, investire nella ristrutturazione del comparto bancario, nella maggioranza congiuntamente all’attuale esecutivo è già stata ampliamente discussa, la volontà di impegnare le risorse recuperate per generare un ritorno economico tramite lo sviluppo di tutti i settori, in vista di una ripartenza auspicata e programmata. Contemporaneamente, grazie al programma delle riforme strutturali non più procrastinabile, sarà sempre tenuta alta l’attenzione del governo verso la spesa non produttiva, come spiegato al Fondo Monetario Internazionale e come già ampiamente dichiarato in varie sedi dal Segretario di Stato per le Finanze Marco Gatti.

Stesso esercizio di stile per le forze di opposizione che si sono affrettate ad etichettare in maniera molto negativa le attuali scelte del Governo, evitando però come spesso accade, di ammettere come stiano realmente le cose. A chi scrive che “è necessario un costante monitoraggio del debito e dell’utilizzo delle risorse” non possiamo che rispondere che il bilancio dello Stato è stato presentato in aula e che tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, hanno preso ampiamente visione della volontà del governo di alzare al riguardo il livello dell’attenzione. Quasi inutile, invece, rispondere a chi si affretta a spiegare in maniera grottesca che il debito sul quale è stato necessario intervenire non è stato lasciato dal Governo precedente, come se i quasi 500 milioni di euro che si sono resi necessari, siano di fatto già stati spesi nell’ultimo anno. La verità purtroppo è un'altra.

La verità è che il nuovo esecutivo ha ricevuto in eredità un Paese in ginocchio per le mancate scelte degli ultimi anni messo ancor più in difficoltà da oltre un anno di pandemia. Forse se negli ultimi anni il recedente esecutivo si fosse impegnato di più nella risoluzione dei nostri problemi invece di interessarsi solo delle vicende di Banca CIS e delle poco nobili indicazioni dei suggeritori esterni, oggi, il Paese non si sarebbe in questa difficile situazione.

La faccia tosta degli esponenti dei partiti di opposizione, pur con qualche limitato distinguo, ci ha portato spesso ad ascoltare dichiarazioni particolarmente fantasiose, ma non è possibile accettare soprattutto quelle divulgate nel giorno in cui il Congresso di Stato ha finalmente compiuto un passo concreto verso la messa in sicurezza del bilancio dello Stato lasciato dal precedente esecutivo in una condizione che non esitiamo a definire disastrosa.

Oggi uno spiraglio di luce si è incominciato ad intravedere dobbiamo continuare su questa strada.
Un dato politico però è necessario rilevare, sicuramente l’obiettività e il senso di responsabilità verso il Paese non sono una qualità in possesso degli attuali rappresentanti politici dell’opposizione.